martedì 27 marzo 2012

15 agosto

TIC, TIC, TIC ,TIC...

Questa sveglia mi sta facendo impazzire.
Dio che caldo, è praticamente impossibile respirare, la tele ha detto che è colpa dell' eccessiva umidità, stronzate, io so solo che ho caldo. Che ferragosto di merda che ho fatto, 40° all' ombra e neanche un cane in giro.
Dio che caldo....
TIC, TIC, TIC, TIC,

ancora questa maledetta sveglia, sembra che voglia farmi impazzire; va pure a tempo con le mie tempie.
TIC, TUM, TIC, TUM, TIC, TUM...
Dio che caldo... Devo muovermi da questo letto, ho inzuppato completamente le lenzuola, il materasso. Ci vorrebbe una doccia, maledetta birra sicuramente è colpa sua.
TIC, TUM, TIC, TUM, TIC, TUM...
Forse vicino alla finestra c' è un filo d' aria.
Dio che caldo... Non c'è un anima questa sera, anche le strade sono vuote.
TIC, TUM, TIC, TUM, TIC, TUM... DON, DON, DIN...
merda le due e mezza, è da più di un' ora che mi rigiro. Spesso penso che tutto questo sia una punizione per qualche cazzata che ho fatto.
TIC, TUM, TIC, TUM, TIC, TUM...
Basta ! ! ! non ne posso più; vorrei gridare di smetterla, di lasciarmi in pace, vorrei rompere questo schifo di silenzio. Poi si lamentano se le persone si suicidano. Potrei farlo anch’io ora, basta un passo e un volo per 3 piani, Sotto di me duro asfalto.
TIC, TUM, TIC, TUM, TIC, TUM...
Dio che caldo... Forse dovrei farlo. Tutto mi va male in questo periodo, forse dovrei...
TIC, TUM, TIC, TUM, TIC, TUM... DON, DON, DON...
Merda le tre. Sveglia di merda, ora la faccio finita...
Non avevo mai notato come era alto visto da qui.
TIC, TUM, TUM, TIC, TUM, TUM, TIC... Ora le tempie hanno rotto il ritmo, come dopo una corsa.
Dio che caldo...
Mi dispiace non ne posso più.
TIC, TIC, TIC, TIC...
Addio.
Merda l' asfalto si avvicina ben velocemente, dieci metri, TUM, TUM, TUM, cinque metri, TUM, TUM, TUM, addio.
Asfalto.
Tutto tace, non sento più la sveglia ed il suo odioso:
TIC, TIC, TIC, TIC...
Fanculo sveglia di merda, hai smesso di rompere ora... Ti vedo in mille pezzi laggiù in strada.
HA, HA, HA ! fanculo...
Ora mi faccio una doccia e una birra ghiacciata.
Merda devo smettere di deprimermi così tanto.

ILLUMINAZIONE!

L' illuminazione è uno stato di grazia, è trovare finalmente la risposta ad una domanda che ti perseguita. E' un momento lungo un respiro, è come trovare quel pezzo di un puzzle che ti fa concludere l' opera.
E' trovare finalmente la Risposta e tuto si sistema, la vita inizia a scorrere velocemente, insegui l' obbiettivo, ricerchi la fine, perchè ora sai quello che devi fare...anzi ora so che cosa devo fare!!!!!!!!!

domenica 18 marzo 2012

CACCIATORE DI IMMAGINI


Vivo al crepuscolo e nella notte, all' alba e nelle ore più calde. La mia vita sono loro le immagini, grazie ad esse ho un posto dove stare, posso mangiare e respirare, quindi posso esistere, essere come loro. La mia vita è una serie infinita di istanti che si susseguono; tutto questo si ripete ogni minuto, ogni ora, ogni giorno da trent' anni. Praticamente una vita passata nella ricerca dell' immagine perfetta; non quella che descrive il mio pensiero di quelle ne scatto a milioni, io voglio l' immagine che rifletta il la mia vita, il mio essere ed al solo guardarla mi appaghi pienamente.
E' per questo che dall' età di vent' anni giro per le strade delle città, a qualsiasi ora, alla continua ricerca della perfezione. Molte volte guardando il mio lavoro ho pensato di averla trovata, ma poi l' illusione è sparita nel nulla.
Questo però non significa che ho perso tempo, anzi il mio lavoro è molto apprezzato, sono considerato ed apprezzato in questo campo e le mie istantanee di paesaggi e persone sono ricercate da varie riviste specializzate.
Alcune sono considerate anche arte.
Ma spesso entrando in casa mia e guardando le pareti. gli scafali ed i libri di raccolta su cui tengo i miei lavori, un senso di sconfitta mi assale.
L' immagine vuota che osservo allo specchio del bagno è un voto segnato dall' età, barba lunga e trascurata di parecchi giorni, un naso troppo grosso da quando si e' rotto da giovane, capelli legati da un nastro femminile, pipa in bocca.
Rimango così anche per ore, a fissare il mio volto, ricordando tutti quelli che ho immortalato, volti più interessanti, che raccontavano la loro storia, la loro vita, la gioia e la tristezza provate.
Mi guardo e penso.
Esco di casa e inizio a camminare per le strade, fermandomi ogni tanto a scattare qualche foto; una donna che aspira da una sigaretta, due ragazzi quasi adolescenti che si baciano, una cane che rovista in un cestino. Cammino.
Mi fermano due signori, circa sett' anni, lei mi chiede se posso fargli una foto con suo marito, e allungandomi la loro macchina aggiunge che è il loro anniversario.
Un sorriso appare sulle mie labbra, queste situazione mi mettono sempre di buon umore, non so il perché. Prendo la loro macchina e scatto, la restituisco loro ringraziano ed io sorrido.
In quel istante un ragazzo mi chiama, avrà circa dodici anni, vestiti sporchi, faccia ancora più sporca. Mi allunga una istantanea di polaroid chiedendomi cinque euro, dicendomi che suo padre lo picchia se non la vende. Gli metto in mano una banconota da dieci.
Ecco un istantanea della mia vita, cinquant' anni circa, alla continua ricerca dello scatto perfetto, in mezzo ad una piazza, con una polaroid in mano e dieci euro in meno.
Man mano che l' immagine appare vedo un uomo di mezz' età con barba lunga e trascurata, il naso troppo grosso, i capelli tenuti insieme da un nastro femminile, pipa in bocca, una macchina fotografica al collo ed una in mano, sulle sue labbra un lieve sorriso.

Ho venduto la casa in città e la mia attrezzatura fotografica, ora vivo in campagna, sugli scafali libri, sui muri quadri. Mi sono sposato.
L' unica foto su una parete del mio studio e una polaroid ingiallita. L' immagine che riflette era la mia vita, il mio essere, e ogni volta che la guardo lei mi dona tranquillità. L' ho cercata per una vita, ed alla fine è lei che mi ha trovato.
Mi sento appagato.

venerdì 16 marzo 2012

FALENE

Casa di campagna. Grigliata, amici dei miei. Tutti ubriachi.
Guardo il fuoco che hanno usato per la carne, finisco i fondi delle bottiglie di rosso che hanno avanzato, sono tutti davanti a casa a chiacchierare. Butto qualche legnetto sul fuoco, la fiamma divampa, la notte si illumina. Si avvicinano le farfalle della notte. Falene che attratte dalla luce danzano intorno alle fiamme, senza sapere che il calore le ucciderà. Attratte da quella luce che significa vita, ma allo stesso momento abbagliate così tanto da quel miraggio che si avvicinano troppo senza mai riuscirlo a toccare. Quelle più fortunate muoiono bruciando in piccole fiammelle sospese a mezz' aria, le altre agonizzano per terra senza più le ali che le portano via. Alzo il piede, le schiaccio, sotto la mia suola della scarpa, sento il loro corpino che scricchiola sotto una mia leggera pressione, so di fargli un favore, tanto una farfalla che non può più volare non ha più senso di esistere.