giovedì 19 settembre 2013

manifesto dello skyrunners

Kiss or kill. Bacia o uccidi. Bacia la gloria o muori provandoci. Perdere è morire, vincere è sentire. La lotta è ciò che distingue una vittoria, un vincitore. Quante volte hai pianto di rabbia e di dolore?... Quante volte hai perso la memoria, la voce e la ragione per lo sfinimento? E quante volte, in questa situazione, ti sei detto, con un gran sorriso: “Ancora una volta! Un paio di ore in più! Un’altra salita! Il dolore non esiste, è solamente nella tua testa. Controllalo, distruggilo, eliminalo e continua. Fai soffrire i tuoi rivali. Uccidili”. Sono egoista vero? Lo sport è egoista, perché bisogna essere egoisti per saper lottare e soffrire, per amare la solitudine e l’inferno. Fermarsi, tossire, avere freddo, non sentire più le gambe, avere la nausea, voglia di vomitare, mal di testa, contusioni, sangue… C’è qualcosa di meglio? Il segreto non sta nelle gambe, bensì nella forza per andare a correre quando piove, tira vento e nevica; quando i fulmini incendiano gli alberi mentre gli passi accanto; quando le palle di neve o la grandine ti colpiscono le gambe e il corpo nudo contro la tempesta e ti fanno piangere e per continuare devi asciugarti le lacrime per poter vedere le pietre, i muri o il cielo. Rinunciare a ore di festa, a migliorare i tuoi voti, dire “no!” ad una ragazza, alle lenzuola che ti si appiccicano al viso. Metterci le palle e allenarti sotto la pioggia finché le gambe non ti sanguinano per i colpi presi cadendo per colpa del fango, e rialzarti per continuare a salire… finché le tue gambe non urlano a squarciagola: “Basta!” E ti abbandonano in mezzo ad un temporale sulle cime più alte, fino a morire. I cosciali bagnati dalla neve trascinata dal vento, che ti si attacca anche al viso e ti congela addosso il sudore. Corpo leggero, gambe leggere. Sentire come la pressione delle tue gambe, il peso del tuo corpo, si concentrano nei metatarsi delle dita dei piedi e d esercitano una pressione capace di spezzare rocce, distruggere pianeti e muovere continenti. con le due gambe sospese in aria, galleggiando come un aquila in volo e correndo più veloci di un ghepardo. O scendendo, con le gambe che scivolano sulla neve e il fango, esattamente prima di darti un’altra spinta per sentirti libero di volare, di urlare di rabbia, d’odio e d’amore nel cuore della montagna, là dove solo i più intrepidi e gli uccelli, nascosti nei loro nidi sotto le rocce, possono convertirsi nei tuoi confessori. Solo loro conoscono i mie segreti, i miei timori. Perché perdere è morire. E non si può morire senza aver dato tutto, senza scoppiare a piangere per il dolore e le ferite, non si può abbandonare. Si deve lottare fino alla morte. Perché la gloria è la cosa più grande, e bisogna solo aspirare alla gloria o a perdersi per strada, dopo aver dato tutto. Non si può non lottare, no si può non soffrire, non si può non morire… E’ l’ora di soffrire, è l’ora di lottare, è l’ora di vincere. Bacia o muori. DAL LIBRO DI KILIAN JORNET